In questi giorni di agosto in cui il nostro Paese boccheggia non solo per il caldo il VentolONE team sta mettendo in piedi la conquista di Roma…alla MakerFaire di ottobre!
E tra un pensiero e l’altro c’è il tempo per riflettere un po’ sul percorso fatto fin qui, in un articolo che pubblicheremo sul mensile Insonnia di Racconigi (CN), che riportiamo di seguito.
Si è conclusa la prima fase del progetto VentolONE avviato ormai 5 anni fa: l’idea di realizzare turbine eoliche nel solco delle “tecnologie appropriate”, avviato con l’indispensabile sostegno di Solare Collettivo ONLUS e di tantissimi sostenitori, si è concretizzata nella realizzazione di 3 torri eoliche, una a Zanzibar e due nell’entroterra tanzaniano. La prima è destinata al pompaggio di acqua in via meccanica diretta, per gli usi irrigui di alcuni appezzamenti di terreno diversamente improduttivi: primo destinatario un maestro locale, Hassan Suha, conosciuto e rispettato per la sua intraprendenza e intelligenza. Le altre due producono elettricità stoccata in un banco batterie per il pompaggio di acqua e, in futuro, per alimentare una costruenda scuola secondaria a Ukomola, villaggio in mezzo alla savana: referente del progetto don Tarcisio Moreschi, vulcanico prete valcamonichese di stanza in quel di Ilembula.
La sensazione di essere a un momento di svolta ci fa fremere per tanti motivi. Innanzitutto sentiamo la gratitudine verso tutti coloro i quali han creduto nelle nostre potenzialità: in questo periodo storico in cui qui in Italia il thatcheriano detto “there is no alternative” si materializza in un terrorizzato immobilismo verso un futuro plumbeo tante persone ci han sostenuto, economicamente e materialmente, nel realizzare quello che a posteriori, ripensando ai mezzi e al lavoro messo in piedi, sembra tanto una piacevole incoscienza.
Percepiamo il desiderio di andare avanti: siamo convinti che quel know-how appreso possa essere speso per replicare anche nei Paesi del Nord del mondo soluzioni tecnologiche appropriate, in ambito eolico, che consentano di diffondere un utilizzo consapevole dell’energia e fornire una base economica per futuri progetti. La scommessa è più ardita della precedente perchè mira a trovare strade nuove, diverse, da quelle schiavizzanti che han fatto del “mercato” un semi-dio e delle rinnovabili una terra di conquista per ogni sorta di speculazione. Per ora ci confronteremo con la MakerFaire di Roma ai primi di ottobre, un evento cui parteciperanno “trafficoni digitali” da tutta Europa, distribuiti su 200 progetti: tra questi la nostra turbina eolica in kit di montaggio, con la speranza di avere un feedback positivo che faccia da volano per le attività future.
Infine il pensiero va alle emozioni vissute in terra africana in questi 3 anni, con i nostri stagisti, le grandi fatiche sotto il sole e le tante magagne, e a due piccoli episodi di quest’anno che ci han riempito il cuore: la visita alla “shamba” a Zanzibar, dove il VentolONE giaceva inerme in fase di modifica, in mezzo a 1500 mq di zucchine, un bananeto, un papaieto che due anni fa non c’erano, e un costruendo impianto di irrigazione a goccia: vedere dal vivo come Suha abbia saputo andare oltre la nostra realizzazione, migliorandola, ci inorgoglisce e ci dice che la strada è quella giusta.
Poi, in mezzo alla savana, il giorno che finalmente la pompa collegata alle batterie alimentate dalle turbine ha pompata acqua. Immaginate lo stupore dei locali di fronte a quell’acqua trasparente, chiara, gratis, e al nostro di fronte al loro. E poi immaginate la sorpresa quando prima una donna, poi un uomo, poi altri, si avvicinano, con gli occhi pieni di gratitudine ci stringono forte la mano con parole di ringraziamento, cogliendoci del tutto impreparati…ma quegli occhi, così pieni di riconoscenza, ci commuovono tutt’ora: non ci aspettavamo, in fondo, un effetto così profondo, dentro di noi. La sensazione tangibile che quell’acqua cambia per sempre le loro vite trasforma tutto il progetto, tutta la fatica, tutte le magagne in energia per il futuro.
