VAWT laser cut, here we are

image

Finalmente! qualche piccolo ritocco, poi si comincia con le indagini in galleria del vento!
Una domanda ai lettori: qualcuno ha provato ad aprire il generatore (il corpo blu nella foto)?

——
Finally! just some more tinkering, then se will start with tests!

A question for the readers: is there anyone who tried to open the blue generator?

Wind tunnel test

Finalmente, dopo due anni dall’inizio della sua realizzazione, procediamo a utilizzare a fondo la nostra galleria del vento!

SAM_3852

Primo obiettivo: testare il piccolo VentolINO, comprato anni fa a poco prezzo quando il dollaro vale poco rispetto all’euro (bei tempi!), utilizzando configurazioni diverse per le pale, variando diametro e angolo di attacco per valutare le prestazioni.

Qui un video di qualcuno che ha avuto un’idea analoga alla nostra:

In fondo i link al file DXF per il taglio laser delle parti necessarie e ai files CAD (Solidworks). Nelle immagini sotto la struttura che abbiamo pensato.

VentolINO - render.v01

10W VAWT - declared performances

10W VAWT – declared performances

—–

Finally after two years waiting we start to use our wind tunnel!

First goal: we will go on testing our small 10W VAWT (we call it “VentolINO”), bought some years ago, in order to understand more about pitch angle and solidity, which we will change in a bunch of tests. The links give access to DXF files for laser cut sheet and CAD files (Solidworks).

preview

Stirling engine

Affascinati dalla possibilità di utilizzare la luce del Sole, che c’è ovunque mentre il vento è più selettivo, da circa un anno studiamo una via semplice per sfruttarne le potenzialità per via meccanica, data la nostra provenienza culturale.

Ci siamo imbattuti nel motore Stirling: decisamente interessante, e il web pullula di materiale che condivideremo quanto prima, giusto il tempo di completare la cernita!

Di seguito i nostri primi esperimenti, che se va bene porteremo alla Maker Faire di Roma in autunno!

Lizzy Stirling engine (built at IIS Vallauri, Fossano, Italy)

parabolic dish and Stirling engine, gamma type

Lizzy

Lizzy Stirling engine (built at IIS Vallauri, Fossano, Italy), LTD gamma type

Tempo di cambiamenti

Al lettore attento non sarà di certo sfuggito il sostanziale silenzio su questo blog, da ormai cinque mesi.

Grossi e radicali cambiamenti sono in atto, alcuni dolorosi, ma nulla possiamo dir di più, ora, per questioni che saranno chiare a breve: questioni di soldi, di diritti, di relazioni umane.

Abbiamo capito a nostre spese che il successo, anche piccolo, attira le mosche, e non basta saper di tecnica per tenere alla larga le mosche dal piatto…

E abbiamo anche capito, ancora una volta, che Chi sa non parla; chi parla non sa” – Lao-Tzu.

technologies hypes

Arduino e “arduino”

Leggiamo da giornali online (per esemio qui, qui e qui) che ci sarebbero non pochi problemi in casa Arduino: al solito, l’odore dei soldi per qualcuno è più inebriante dell’odore del sangue per uno squalo.

Insomma, non sappiamo più di tanto, ma da quel che ci pare di capire noi del VentolONE stiamo con Banzi!

Nel forum qualche informazione in più!

banzi

Si chiude il 2014…(ultima parte)

…il VentolONE di Suniglia si è rotto, le pale della turbina Aloise versione Darrieus non stanno tanto bene,

e a Ukomola qualcuno ha rubato le batterie!

Batterie dell'impianto a Ukomola

Batterie dell’impianto a Ukomola

Accidenti, conosciamo la notizia da inizio settembre, la cosa ci ha turbato e ci turba non poco tuttora, finalmente la raccontiamo.

Le 12 batterie DEKA Solar 105Ah acquistate a Dar Es Salaam presso un rivenditore locale avevano lo scopo di immagazzinare l’energia elettrica prodotta dall’impianto eolico costituito dalle due turbine per utilizzarla su richiesta nel pompaggio dell’acqua, almeno per ora, e per altri usi aggiuntivi in futuro, disgiungendo la presenza locale  del vento, soprattutto di sera e di notte, con la richiesta di energia elettrica, soprattutto pomeridiana.

Tarcisio ci ha comunicato la notizia con il suo solito stile asciutto:

"Hanno rubato le batterie a Ukomola, pertanto lasciamo perdere tutto.
Il progetto è concluso. Andrò a togliere anche la pompa dal pozzo."

Siamo rimasti parole: e ora? Mirko era il più battagliero, e gli altri gli sono andati dietro.

La riflessione: la turbina da sviluppare è la Aloise, quella piccola, quella alla nostra e loro portata. L’impianto di Ukomola, così congegnato è complesso e si espone a costi enormi per le finanze locali a ogni intoppo, rottura o furto che sia.

Abbiamo lasciato passare del tempo, un po’ per riprenderci noi, un po’ per lasciar sbollire Tarcisio che un po’ abbiamo imparato a conoscere. Qualche settimana dopo il nostro vulcanico prete ci ha scritto di nuovo:

"Non hai ancora reagito alla notizia che hanno fregato tutte le batterie, 
Hanno rotto il catenaccio e hanno asportato le batterie. 
Che facciamo? Hai delle idee?"

Insomma, gli è passata e ora si riprende il cammino.

E quindi.

Ripristinare le batterie è un invito ai ladri a tornare quanto prima, quindi l’ipotesi è da escludere, occorre ripensare l’impianto alla radice; di videosorveglianza non se ne parla, siamo in mezzo alla savana.
Però serve l’acqua, prima ancora che l’elettricità.

P1050651
Ci muoviamo quindi in direzione di un sistema semplificato che pompi acqua solo quando c’è vento, quindi niente batterie da rubare, e immetta l’acqua in un serbatoio per gestire le utenze.
Lo studio è tutt’ora in corso.

Tuttavia non ci fermiamo alla mera analisi tecnica del problema, ci interessa approfondire da tanti punti di vista la questione Ukomola.

Riflettendo siamo giunti a una serie di conclusioni, e il ritardo con cui diamo ai lettori la notizia del furto è figlio del tempo che queste riflessioni han richiesto.

Per cominciare, riteniamo che l’impianto di Ukomola sia al tempo stesso necessario e sovradimensionato.
E’ necessario perchè per costruire la scuola serve l’acqua per i mattoni, e per avere l’acqua serve l’elettricità, e per avere l’elettricità non è pensabile utilizzare un genratore a gasolio, quindi o sole o vento.
E’ sovradimensionato perchè le competenze richieste per la sua gestione, manutenzione e riparazione sono superiori a quelle della popolazione locale, almeno per quel che abbiamo toccato con mano: l’assenza di una scuola secondaria fa sì che non si vada al di là di una istruzione elementare, quindi: niente istruzione, niente impiato eolico. Ma niente impianto eolico, niente elettricità, quindi niente scuola e niente istruzione.

E’ un serpente che si morde la coda.

Una seconda riflessione è relativa alla reazione che i nostri lettori e tutti i donatori avranno rispetto alla notizia. Il periodo storico in cui viviamo, l’intolleranza per il diverso, una visione spesso ottocentesca e paternalistica dei popoli del Terzo Mondo, l’irritazione che umanamente ha colto anche noi potrebbero e potranno indurre tanti a liquidare la faccenda così:

  • vedi che non ci si può fidare? gli regali l’impianto e loro se lo rivendono
  • vedi che son “negri”? vedi che sono dei ladri come i “negri” che abbiamo in giro, un’invasione? niente da fare, bisogna affondargli quelle barche quando arrivano sotto costa a Lampedusa!
  • oh, poverini, vedi quanto stanno male, arrivano a rubarsi la roba tra di loro!

Insomma, manca solo un passaggio nella TV di Barbara D’Urso e si chiude il cerchio!

Certamente sappiamo che le reazioni saranno anche queste. Altrettanto sappiamo che, nel periodo storico buio e gretto in ci viviamo, è difficile intavolare un discorso e un confronto, specialmente se determinate convinzioni sono necessarie per mantenere in piedi un mondo di idee che consente di tirare avanti in mezzo alla Crisi. Insomma, a certe persone è indispensabile aver paura dei “negri”, aver qualcuno di facile cui dar la colpa di ogni sventura.

Noi ci siamo fatti questa opinione: che chi ha rubato le batterie è un ladro. Che come ogni ladro ha una storia alle spalle, in ogni parte del mondo. Che la vita qui è difficile e laggiù di più.
Che però rubare delle batterie è un furto, ed è semplicemente stupido, perchè recide delle possibilità, delle prospettive a una intera comunità. Che è come segare il ramo sui ci si è seduti, e che al riguardo forse, come italiani, in questo periodo siamo gli ultimi che abbiano qualcosa da insegnare ad altri.

Una terza riflessione, infine.
Qualche persona ci ha suggerito di passare sotto silenzio la notizia perchè, insomma, era uno smacco non da poco per il gruppo, per tutto il lavoro svolto, perchè una notizia del genere sicuramente può gettare discredito sulla nostra attività e rendere molto più difficile avere nuovi donatori: zitti e mosca, insomma.

Ecco, questo proprio non ci piace. Teniamo alla trasparenza, alla nostra trasparenza, perchè sappiamo che se siamo arrivati al 2015 con le nostre imprese, i nostri progetti, i nostri prototipi è perchè tante persone ci hanno sostenuto per via della nostra trasparenza e non “nonostante la nostra trasparenza”.
Siamo consapevoli che il mondo non va avanti così, che di fronte a una cosa del genere normalmente le aziende passano la cosa sotto silenzio o, se proprio non possono fare diversamente, cercano un caprio espiatorio.
Della serie: i meriti sono miei, le colpe sono tue, e l’arbitro è cornuto.

A noi questo modo di agire non piace, non ci interessa, anzi ci fa proprio schifo.
A costo di perdere donazioni, progetti, possibilità, crediamo che le cose cambiano…cominciando a cambiarle, noi in prima persona.

P1050748.v01

Ora il 2014 è veramente finito.

 

Si chiude il 2014…(2a parte)

…il VentolONE di Suniglia si è rotto, e anche le pale della Aloise versione Darrieus non stanno tanto bene…

broken blades

broken blades

Evidentemente lanciare la turbina a 30 km/h di vento frontale non è stata una buona idea…ma se non altro ora conosciamo un po’ meglio pregi e difetti della realizzazione!

Ovviamente eravamo consapevoli che non prevedere un’anima interna e nemmeno un rinforzo esterno in fibra, ma solamente uno strato sottile di resina (ottima, peraltro) esponeva le ali a questo rischio: diciamo che è stato un “errore di sbaglio”!
Per le prossime prevediamo una serie di possibilità:

  • inserire un’anima metallica di rinforzo, il che prevede tuttavia la necessità di articolare in modo diverso il taglio del polistirolo, con conseguente crescita del costo di realizzazione
  • utilizzare uno strato maggiore (diciamo triplo, almeno) di resina, con conseguente crescita del costo di realizzazione
  • rinforzare la superficie esterna con uno strato di fibra di vetro, con conseguente crescita del costo di realizzazione

Insomma, ci toccherà spendere qualche soldo in più!

Si chiude il 2014…

…con un po’ di amaro in bocca per varie questioni che vi spiegheremo un po’ alla volta, e che abbiamo tergiversato un po’ nel raccontare.

Per cominciare, il 23 ottobre 2014 una insolita nottata di vento, con folate (presumibilmente) superiori a 80 km/h hanno letteralmente distrutto il primo prototipo di VentolONE che abbiamo realizzato nel 2011, in preparazione alla spedizione zanzibarina.

Probabilmente una pala ha ceduto, forse l’alluminio si è strappato, ciò ha generato uno squilibrio generale nel rotore che ha mandato tutta la struttura in forte vibrazione, peggiorando progressivamente la situazione: insomma, 4 braccetti dei 6 presenti sono piegati (!), le pale sono distrutte (!!), la torre ha “camminato” per 2 metri (!!!).

VentolONE damaged

VentolONE damaged

VentolONE night walk...!

VentolONE night walk…!

Nella zona venti del genere non si ricordano da almeno dieci anni, e i dati di una vicina stazione anemometrica confermano l’impressione che si sia trattato di un evento fuori dal normale.

vento 23 ottobre 2014

Tecnicamente il problema è facilmente risolvibile, sostituendo le parti rotte: diciamo una giornata di lavoro e un po’ di materiale.

Ingegneristicamente la torre, non vincolata volutamente al suolo (mentre lo è, e saldamente, quella di Zanzibar!), ha retto comunque lo sforzo, e tutto ciò da spunto per ragionare su come modificarne la struttura per smorzare per quanto possibile futuri squilibri del rotore.

Idealmente una rottura del genere chiude un po’ l’anno, iniziato con grandi speranze e chiuso un po’ in mestizia.

L’azzurro che c’è al di là delle pale rotte ci rincuora, ci invita a sperare per il 2015.

IMG_20141231_144021

p.s.: manco il tempo di scrivere queste righe che giungono croccanti novità da Zanzibar…stay tuned!

 

I files del workshop!

Trovate tutto qui, disegni CAD, disegni DXF per il taglio laser, qualche rendering e alcuni articoli circa la teoria che sta dietro alle turbine Savonius costruite nel weekend insieme al piacevolissimo Alessandro Mason di Officina Gisto.

Come sempre tutto il materiale è rilasciato ocn licenza Creative Commons BY-NC-SA!

Buon divertimento!

Savonius wind turbine

Savonius wind turbine

——-

We had a nice workshop at FabLab in Turin last weekend, in collaboration with Officina Gisto. We built a simple Savonius turbine with an bicycle hub dynamo as generator.

You will find all the material here: CAD files, DXF laser cut files, theory documents (sorry, most of it is in italian language!)