Oscillanti…

…tra l’amaro pessimistico sfinimento
di chi come noi si chiede, nel suo piccolo, che ne sarà del suo lavoro, dei suoi desideri, delle sue passioni, dei suoi sogni
in questo nostro Paese che sembra sempre di più la Roma di fine Impero
e
la forte e allegra decisione, densa di dignità civile e umana
di tante persone
di tanti sguardi
di tanti contatti
che abbiamo collezionato a frotte in questi mesi con il nostro piccolo progetto
tanto in Italia come all’estero come in Tanzania per bocca di Andrea
gente tosta, seria, determinata, solare, coraggiosa nel suo piccolo quotidiano,
ecco
oscillanti tra questi sentimenti estremi ed opposti che spesso ci pervadono nell’osservare dal nostro cantuccio le vicende e i disastri e il decadimento etico e civile
riportiamo dal sito di Repubblica la lettera di Pier Luigi Celli al figlio universitario.
Forse pioveranno critiche schierate, di parte, di persone ottuse nella loro ostinata miopia
forse qualcuno dirà: ecco ce l’hanno con questo, ce l’hanno con quello.
Ecco, semplicemente…
non ce ne frega niente.
Noi abbiamo deciso di continuare per la nostra strada
nel nostro piccolo progetto
almeno per un po’.

LA LETTERA. Il direttore generale della Luiss
avremmo voluto che l’Italia fosse diversa e abbiamo fallito
“Figlio mio, lascia questo Paese”
di PIER LUIGI CELLI

Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.
Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l’idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai.
Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l’affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.

Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all’attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E’ anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l’Alitalia non si metta in testa di fare l’azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell’orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d’altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l’unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.

Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po’, non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato – per ragioni intuibili – con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici per i destini industriali del Paese. Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all’infinito, annoiandoti e deprimendomi.

Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell’estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni.

Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.
 
Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze.

Preparati comunque a soffrire.

Con affetto,
tuo padre
(30 novembre 2009)

Live from Tanzania [1]

A distanza di un mesetto dalla sua partenza, e a circa un mesetto dal suo ritorno,
pubblichiamo alcuni estratti delle nostre chat con Andrea Bedogni, il nostro ing. in terra d’Africa!
Convinti che la cooperazione internazionale dovrebbe essere prima di tutto condivisione e conoscenza reciproca,
riporteremo in special modo le impressioni sui luoghi e sulle persone che Andrea sta incontrando…
Buon tuffo in Africa a tutti!
[fonte: Flickr]

sabato 17 ottobre 2009

[20:04:08] Andrea Bedogni: esattamente io live from tanzania

[20:04:32] SuperMarioProf: ieeeeeeeeeee!

[20:04:35] SuperMarioProf: come stai?

[20:04:37] SuperMarioProf: tutto bene?

[20:04:42] Andrea Bedogni: molto bene

[20:04:54] SuperMarioProf: racconta, racconta

[20:05:01] Andrea Bedogni: viaggio lungo, un pò di spaesamento ma.. cazzo è Africa!!!

[20:05:07] Andrea Bedogni: bello bello

[20:05:14] SuperMarioProf: voglio subito una foto!

[20:05:22] Andrea Bedogni: oggi ho trovato un orfanotrofio dove tira vento!

[20:05:27] SuperMarioProf: dove????

[20:05:30] SuperMarioProf: nome city?

[20:05:42] SuperMarioProf: [tra l’altro: connessione internet comoda?]

[20:06:01] Andrea Bedogni: comoda si e no…

[20:06:10] Andrea Bedogni: è ad arusha appena fuori

[20:06:21] SuperMarioProf: [mi pareva… ;-)…ma almeno funziona]

[20:07:07] Andrea Bedogni: si dai..

[20:07:26] Andrea Bedogni: ho ciulato la chiavetta al capo e adesso sono comodo in poltrona!

[20:07:44] Andrea Bedogni: wireless in tanzania! se me lo dicevano li mandavo a ca..are

[20:08:13] SuperMarioProf: [hi hi hi….alla facciazza di tutti i giornalisti str..nzi che raccontano l’Africa e tutto il resto come c.zzo gli pare!]

[20:08:45] Andrea Bedogni: infatti

[20:08:57] Andrea Bedogni: poi però in periferia è davvero un casino

[20:09:06] Andrea Bedogni: strade di terra un casino assurdo

[20:09:23] Andrea Bedogni: macellano le capre a bordo strada e intanto a 2 metri saldano…

[20:09:28] SuperMarioProf: [hihihi quanto ti invidio!]

[20:09:49] SuperMarioProf: bellissimo!!! vedrai, tra 10 giorni ti sembrerà la cosa più normale della terra!

[20:10:07] SuperMarioProf: certo che i macellai tanzaniani sono uno spettacolo, però!

[20:10:22] SuperMarioProf: e li cosa fai?

[20:10:32] SuperMarioProf: e stasera? dancing? 😛

[20:10:36] Andrea Bedogni: pittoreschi

[20:10:58] Andrea Bedogni: effettivamente devo ancora realizzare un pò di cose

[20:11:34] Andrea Bedogni: poi sto facendo un pò di fatica con l’inglese, arrivo a sera che sono cotto e devo ascoltare le canzoni nel mio dialetto x riprendermi…

(Nota a margine per i lettori: Andrea è di Mornago, provincia di Varese, a pochi chilometri di distanza anni fa fu fondata la Lega Nord…!)

[fotografia: wikimedia.org]

[fine prima puntata]

Possibilità da studiare

Dalla Rete salta fuori di tutto, nel bene e nel male!
Le soluzioni che riportiamo nel seguito hanno colpito la nostra attenzione perchè paiono a uno stadio sufficentemente avanzato di realizzazione, e quindi garantiscono un minimo di affidabilità: non ci avventuriamo però nell’indicarle come definitive finchè non le avremo studiate più a fondo!

Segnaliamo a tutti i lettori alcune possibilità per costruire un generatore a magneti permanenti da accoppiare al VentolONE:

Sul sito, ancora in costruzione, l’autore dello schema di cui sopra riporta esperienze e video di costruzione di turbine eoliche: un archivio prezioso!

Segnaliamo poi anche quest’altro sito, che pare avere obiettivi analoghi al nostro!

Si veda anche questo video:

VAWT Generator

Siccome tutte queste soluzioni richiedono magneti permanenti, ecco un sito che pare venderne a prezzi ragionevoli!
Infine, per chi vorrebbe comprare qualcosa di già esistente, e ha 1000 € da spendere…una bella VAWT, direttamente da eBay!

Video della discussione della tesi di laurea

A chi interessasse diamo la possibilità di dare un’occhiata al video della discussione della tesi di laurea di Andrea Bedogni a questi indirizzi:
1a parte: http://www.youtube.com/watch?v=hTlSOiqejN8
2a parte: http://www.youtube.com/watch?v=gVUnFhAmslc
Ringrazio Walter che li ha confezionati e gestito l’upload!

tesi VentolOne 1 parte

tesi VentolOne 2 parte

Un grande putiferio

Quell’articolo su Ecoblog ha scatenato un flame on-line che ci lascia sempre più esterrefatti!
Due pagine (1 e 2) di commenti, alcuni interessanti, altri semplice astio digitale, altri banali stupidaggini.
Manco avessimo pestato la coda di un leone!

Affinchè non sfugga ai nostri lettori vi riportiamo il commento di Andrea, il nostro tesista in missione in Tanzania, cui va tutta la nostra stima per le parole usate,
pregandolo di non pestare le code ai leoni veri ( 😉 )
con la promessa di pubblicare a breve, diciamo 2 o 3 giorni, una risposta un po’ argomentata di analisi e commento di tutta la bagarre.

“molto bene…
anzi… molto male…
Io sono il tesita e si, quella è la mia tesi di laurea, di cui ne vado abbastanza fiero.
Ognuno è libero di dire la sua, ma ovviamente prima deve esseresi un pochino, ma solo un pochino documentato, tipo leggendo quella schifezza che è la mia tesi.
Ci rimango male perchè dopo un anno di lavoro sul ventolOne e dopo averci creduto un sacco leggo dal Tanzania che fatiche e scleri sono inutili…
E’ ovvio che in Europa un ventolone non avrebbe senso, ma forse al Cerc di Olkunguado (non sapete cos’è un cerc? beh google aiuta a volte) o a Kisimiry secondary school avere anche 1 W è qualcosa di stratosferico.
Mai provato a stare nella savana al buio? Io si..
Poi.. i miei contatti in Tanzania procedono, tanto che un ingegnere locale vuole costruirlo per una scuola.
Forse perdiamo di vista l’obiettivo o non l’abbiamo mai avuto.. Son buoni tutti a fare 2 MW con una Vestas in Europa ma quanti sono in grado di fare qualche Watt in Africa con 100 euro di budget?
Io la mia sfida l’ho raccolta, ho studiato, ho sperimentato e adesso sono a sud dell’equatore per continuare a sognare un mondo un pochino migliore.
umiltà non insulti gratuiti ve lo chiedo per favore,magari prima leggendo qualche pagina del mio lavoro.

Andrea Bedogni “

a seguire due fotografie delle turbine eoliche costruita dall’ingegnere tanzaniano citato nella sua risposta: