Stiamo lavorando sodo nel capire cosa si può fare al riguardo. Per ora il panorama italico si conferma un bel po’ nebuloso…per intanto godetevi la spiegazione semplice semplice che viene da YouTube!
Stiamo lavorando sodo nel capire cosa si può fare al riguardo. Per ora il panorama italico si conferma un bel po’ nebuloso…per intanto godetevi la spiegazione semplice semplice che viene da YouTube!
Sabato scorso il VentolONE team ha deciso che era ora di mettere alla prova la nuova turbina, quella presentata alla Maker Faire di Roma 15 giorni fa. Serve il vento, ovviamente. E la nostra zona è certamente una delle peggiori, come già detto più volte, non solo in Italia ma in Europa (e quindi: ma non era meglio dedicarsi a qualcos’altro….?).
Per contro, tuttavia, al Colle dell’Agnello il vento era…impressionante!
Quindi scelta azzeccata per il sito!
Per contro…sarà il freddo, sarà la neve, sarà l’inesperienza, fatto sta che il montaggio delle pale per errore con angolo di attacco a -2° ha generato prestazioni piuttosto deludenti. Peraltro il pomeriggio ormai avanzato ci ha impedito di modificare l’angolo di attacco in tempo, prima del calo drastico del vento intorno alle 16. Insomma, sarà per la prossima! Abbiamo per lo meno testato la semplicità di montaggio anche in condizioni climatiche non propriamente comode, il resto verrà!
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Last Saturday VentolONE team was involved in a new set of tests with our turbine, the one presented at Maker Faire in Rome.
You know, North of Italy is the worst place to have wind with a reasonable speed, as you can see in the above map. But this could be not true for the highest european mountain pass: Colle dell’Agnello (2744m!).
The day was windy (obvious!), cold and sunny. We mounted our wind turbine but we made a stupid mistake, setting the angle of attack at -2°…so, even if the wind was really strong the performances of the VAWT were so poor…
When we finally understood the error, well, the wind was going down, so many other tests are needed.
The bad: we still don’t have any real data about performances.
The good: it is not so difficult to mount our DIY turbine! The rest will come!
Entrando nel vivo del percorso che ci dovrebbe condurre alla campagna di crowdfunding…stiamo scoprendo delle cose che ci lasciano molto più che perplessi. Anzi, ci fan veramente rabbia!
Riportiamo il testo di una mail che il buon Alberto ci ha mandato per sintetizzare quanto scoperto da lui al riguardo:
“…i fondi raccolti andranno a sommarsi alle componenti positive di reddito…” Quindi come tali saranno sottoposti alla tassazione prevista a seconda della natura del beneficiario: privato, partita iva, società.
Oggi sono passato dall’Agenzia delle Entrate.
Per quello che ho capito finora, per un’attività di vendita (della turbina) le alternative possibili sono:
– ditta individuale (quindi con partita IVA)
si è soggetti all’imposta IRPEF per un’aliquota che parte dal 23% del reddito a salire;
in questo caso saranno comunque dovuti anche i contributi pensionistici indipendentemente dal reddito;
– società a responsabilità limitata (snc o sas): con il regime di contabilità semplificata il reddito è soggetto al 27,5% di IRES ed al 3,9% di IRAP. I fondi raccolti tramite campagna di crowdfunding vanno a sommarsi al reddito.Per la costituzione di una srl è necessario un capitale minimo di 10.000€ fornito dai soci.
Nel caso di cooperativa si ha diritto a delle agevolazioni (IRES del 27,5% sul 40% dell’utile) ma dipende dal tipo di cooperativa, cioè se di natura completamente o parzialmente mutualistica. il che significa nel primo caso che si potrebbe “vendere” solo ai soci, nel secondo caso anche a non soci ma per una percentuale ridotta che non mi ha saputo dire quanto.
Quindi, per farla semplice: se si raccolgono i fondi con crowdfunding questi sono un reddito, quale che sia la forma societaria adottata. Fatti due conti, il fisco incassa da subito il 27% di questi “redditi”.
Ora, facciamo due conti della serva. Se raccolgo 10000€ è ragionevole che se ne vadano in ricompense (pledges) circa 5000€, la metà: in parte sarà il prodotto stesso, in parte saranno oggetti di valore minore. Se il fisco se ne prende almeno 2700€, restano 2300€ per le spese vive, i macchinari, la pubblicità, l’affitto dei locali, ecc. ecc. Non si parla affatto di profitti, ancora. Si parla di avviare l’attività.
Se partissimo da un qualunque finanziamento bancario invece, al di là della rata annua, nulla ci chiederebbe il fisco.
A queste condizioni quindi è sostanzialmente impossibile avviare una campagna di crowdfunding.
I ragazzi di Fabtotum ci han confermato la questione tasse.
Abbiamo cercato informazioni qui e là anche sul web, trovando questo ahimè godibile articolo che conferma tutto quanto riportato da Alberto, fonte Agenzia delle Entrate.
Insomma. Siamo anche noi all’Anno Zero. Tocchiamo anche noi con mano come il nostro Paese voglia pervicacemente restare ancorato al passato, agli anni ’60-’70-’80. Non voglia assolutamente confrontarsi con il “mondo nuovo” che la rivoluzione digitale ha innescato. Di più, ragionando un momento sembra abbastanza evidente quis olet, chi ci guadagna da un limite così insensato posto al crowdfunding: le banche.
Ora, lungi da noi fare i Masaniello e gli arruffa-popolo qui sul blog del sito, ma SANTAMISERIA, noi vorremmo solo poterci provare, magari combinare qualcosa di buono, produrre qualcosa. Fino a quando dovremo accettare una classe dirigente così miope, anzi, così chiusa sui propri privilegi? Si deve per forza arrivare alle mani? Possibile che noi cittadini comuni si venga considerati tutti come Gondrano de “La fattoria degli animali”? Possibile che la storia non abbia insegnato nulla a questi signori?
A queste retoriche domande rispondiamo…affermativamente. Sì, ci trattano per scemi. Probabilmente san pure che lo siamo. E che il “familismo amorale” studiato da Banfield negli anni ’50, il grido dantesco “italia serva, di dolore ostello“, la critica di Guicciardini al campanilismo italiota, beh, han tutti una medesima radice nell’ignoranza egoistica di chi crede che lui e il suo piccolo clan se la caverà, comunque, perchè più furbo degli altri.
Quindi, cari lettori, quando domattina vi troverete nella condizione di poter ottenere un vantaggio con una furbacchionata, o vedrete una furbacchionata compiersi e starete zitti, ecco, poi magari non lamentatevi se il destino vostro, nostro e del nostro Paese non ha alcuna speranza di modificarsi.
Noi ora, per intanto, con la morte nel cuore, ci muoveremo verso USA, UK, o quant’altro.
E riportiamo un aforisma di Prezzolini che ci sembra decisamente in tema:
“l’Italiano ha un tale culto per la furbizia, che arriva persino all’ammirazione di chi la usa contro di lui. Il furbo è dominante nel nostro paese non solo per la propria furbizia, ma per la reverenza che l’italiano in generale ha della furbizia stessa, alla quale fa appello per ogni sua necessità. Nella politica, nella famiglia, nella scuola, nelle carriere, si insegnano i sistemi della furbizia. La vittima si lamenta della furbizia che l’ha colpita, ma in cuor suo si ripromette di imparare la lezione per un’altra occasione. La reazione di chi furbo non è, e che può chiamarsi, al suo opposto, fesso, è un disincanto generale, un mesto disdegno, una corazza di silenzio e ottuso rispetto, non sufficienti, però, a porlo al riparo delle sempre nuove scaltrezze dei primi”
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We are encountering some difficulties with crowdfunding campaign. We discovered what italian revenue authorities stated about donation on crowdfunding: they are income, real income, so you have to pay taxes about. More or less 27%, depending on the company type you choose.
We are astonished. Searching and searching we discovered in UK and USA the situation is completely different, simpler and easier. And taxes are really lower. So…it is hard for us, who love our country, to write down these words about the stupidity of our governments and ruling class, so that non-italian people could read…
How can a stranger get to Italy to start an activity? It is really sad to say that.
It is time for us to find other ways to build up our campaign. Maybe in UK, maybe in USA. We don’t know how, by now, we will tell as soon as possibile.
a MakerFaire si sta rivelando una esperienza assolutamente fuori dal comune: ci aspettavamo tanto, ma qui siamo ben oltre le piu’ rosee previsioni.
Si respira un clima dinamico, elettrico, fatto di sorrisi, di condivisione di sapere, di curiosita’, di sorpresa. Ad ogni angolo del Palazzo dei Congressi dell’EUR non e’ improbabile incontrare la giapponesina che fa la fotografa ma “makerizza” dei pupazzi anni ’80 attivando una TV in streaming, oppure i nerd goriziani che han costruito un sismografo con 2 hard-disk di recupero, o il braccio robotico che ricopia un volto, o la cyclette collegata a Google Maps, o la coltura idroponica, o le arnie sensorizzate che rilevano numero di api e miele prodotto, o il tizio fiorentino che stampa in 3D le case, o anche il CEO di Intel che passeggia tranquillo curiosando…insomma, un’immersione caleidoscopica in un mare di tecnologie mature, in crescita o del tutto innovative.
Avvicinadosi agli stand, poi, si respira un’aria molto diversa da quella delle comuni fiere commerciali: qui nessuno ti vende niente, o meglio, qui nessuno ti avvicina con l’ansia di fatturare. Qui quando ti avvicini a uno stand ti raccontano come funziona la realizzazione, ti condividono un sapere, ti chiedono di partecipare. Conoscere, condividere, partecipare (alla facciaccia di coloro ai quali risuona in testa solamente un modo di fare, di produrre, di pensare.
Stiamo ridisegnando la struttura del blog per trasformarlo in qualcosa di più adatto alla MakerFaireRome…ma ci vuole tempo!
Se vi viene il mal di mare nell’individuare le pagine e le aree del blog che sta diventando un sito, beh…anche a noi!
Per intanto Mirko e Marco montano la nuova creatura…
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The blog is under restyling…so please, don’t worry, it will be back with more functionalities soon!