Ancora notizie da Jambiani

Riceviamo da mr. Suha questo sms:

Hi Mario. We are well also. It is true about the ship accident and my wife lost her five relatives. The windmill is working very well. But today the technician from Njombe is coming to make adjustment. I will give inform you later

Ora, di fronte a questo sms siamo un po’ in difficoltà, perchè a fronte della gioia per il buon funzionamento del VentolONE e per l’arrivo, finalmente, del tecnico da Njombe che riparerà la pompa, per contro il fatto che il naufragio del traghetto Zanzibar-Pemba abbia coinvolto direttamente la famiglia di Suha ci riempie di tristezza. Non sappiamo di preciso come comportarci e cosa dire di fronte a queste morti, per cui…restiamo in silenzio.
(Altre informazioni relative al naufragio nel link sotto riportato)

Reading the above sms from mr. Suha we feel confused, happy for the windmill still well working and for the technician from Njombe coming to solve the problems with the rope pump, and also sad for those relatives and their crude death in the ferry sinking. We don’t really know what we can say, so…we keep silent.
More info about the sinking here:

http://english.aljazeera.net/news/africa/2011/09/201191072355624359.html

SMS da Mr. Suha…

…ma non ancora quello che avremmo desiderato leggere:

“Hi Mario, I am in Stone Town this morning. I am looking for more stuff for the rope pump. Right now we have not yet reached the solution”

Che dire: un po’ di tristezza, un po’ di consapevolezza che completare l’opera via etere non è uno scherzo, un po’ di convinzione che la tenacia che ci stanno mettendo porterà al successo. E tra qualche mese questi intoppi sembreranno solo…piccoli intoppi!

nella fotografia (del 20 agosto 2011):
visione d’insieme dell’impianto eolico con i serbatoi installati
(mancava ancora il tubo della rope pump, beninteso!)

Rientrati!

Siamo rientrati, tutti, alla fine! con il ritorno di Elena e Mario la prima parte del progetto Zanzivento può dirsi conclusa, e i post precedenti testimoniano il successo.

In tanti ci chiedono se il sistema funziona, e…sì il sistema funziona, alla grande direi visto che le prestazioni reali misurate concordano in pieno con i risultati attesi.

In tanti ci chiedono poi: ma quanta acqua esce?

accidenti, per ora nulla! ma…non è un fallimento, un poco di pazienza! Restano infatti ancora alcuni aggiustamenti da fare sulla turbina, e sulla ruota che movimenta la pompa a corda (rope pump): come si vede nel video che segue (realizzato 10 giorni fa) la corda tende a scivolare sulla ruota, a causa del peso dell’acqua sollevata (circa 6 kg, quando il tubo è tutto pieno).

Abbiamo già avuto modo di mangiarci le mani perchè con un minimo di lucidità in più sarebbe bastato aggiungere da subito alcuni pezzi di copertone a cavallo della ruota, oppure far fare due giri alla corda: di certo avremmo visto uscire acqua, e il godimento sarebbe stato definitivo!

Ma eravamo tutti assolutamente stanchi dopo gli ultimi 10 giorni a lavorare alla shamba dalle 7 alle 18, ininterrottamente (e non è un eufemismo!), e la lucidità non c’era più. Ora, rinfrancati da una settimana di riposo, possiamo dire serenamente che il progetto funziona, richiede qualche aggiustamento e basta.

Vedendo e rivedendo il video infatti, e confrontando i dati di vento (mediamente 3 m/s) di quel momento con la velocità angolare della ruota (circa 18 giri/minuto) emerge che siamo perfettamente in linea con i risultati attesi, e quindi…se la corda non scivolasse avremmo visto uscire dal tubo un poco di acqua!

Ora siamo in contatto con mr. Suha per risolvere il problema: gli abbiamo mandato il disegno che segue, con alcune modifiche ulteriori per il freno a corda e il posizionamento della ruota rispetto alla struttura, e aspettiamo trepidanti l’annuncio dell’acqua!

Infine, avendo finalmente a disposizione una connessione Internet veloce e comoda, dedicheremo i mesi a venire nel raccontarvi, a partire dal principio, tutto il progetto con tutte le foto che per problemi di rete non abbiamo potuto postarvi mentre eravamo in quel magnifico posto che è Jambiani!

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Finally back at home! one week ago Mario and Elena landed in Milan, and so the first part of the project has come to an end.

Many people want to know about the project, and about the water, and how much water the turbine is able to pump. Well, by now…we couldn’t see any water, due to some little problem with the rope pump, as you can see in the above video.

We feel a little bit angry because the solution was so near…adding some tyre pieces across the wheel should solve the slipping of the rope! but we were to much tired of all the work…

So we contacted mr. Suha and proposed the solution in the above picture, and now we are waiting for his response!

So, in the following posts we will tell and show you all the pictures, all the videos and all the ideas, thought, sensations we lived in jambiani and could not tell you before due to a difficult Internet connection!

Il primo VentolONE in terra africana…

…ora e realta!

Ma che fatica! Abbiamo passato 12 giorni a fare 10 ore al giorno di lavoro sotto il sole!

Cliccate sulle immagini sopra per vedere le nostre facce da vicino, distrutte ma soddisfatte!

Ora qualche giorno di vacanza, meritata!

poi, dalla prossima settimana, tutti i dettagli, tutte le questioni affrontate, le riflessioni, le foto, le magagne risolte, e quelle ancora presenti!

E, ovviamente, tutto il materiale disponibile per tutti sotto licenza CreativeCommons (Share Alike)!

qualche info in più sui lavori

(post da leggere con un po’ di ironia !)

Ci giungono notizie circa un interesse crescente rispetto allo stato di avanzamento lavori! Peraltro, anche qui nei dintorni di Jambiani pare che si stia diffondendo la notizia della costruzione del VentolONE nello shamba di Mr. Suha (“shamba” è il nome locale dell’orto – campo coltivato): giusto l’altro giorno, mentre passeggiavano sulla spiaggia, Anna Maria e Laura son state salutate con un “ciao Ventolone” da dei ragazzi che eran lì!

E insomma, eccoci qui nel pieno dei lavori. E’ arrivato il materiale, come indicato nel post precedente: l’accordo preso con dei fabbri locali indicatici da Bereki, che è un po’ il fornitore di qualsivoglia materiale animato e/o inanimato presente sull’isola, prevedeva che all’arrivo dei materiali avrebbero provveduto a tagliare e forare secondo le nostre indicazioni e misure. Ora, il passaggio da Sistema Metrico e Sistema Imperiale in uso per lo più qui sull’isola non è affatto indolore, e genera spesso incomprensioni e difficoltà! Armati di pastelli abbiamo allora segnato direttamente sui profilati i punti di taglio e foratura. I fabbri han cominciato l’opera. In barba a qualunque elementare norma di sicurezza le prolunghe dei cavi elettrici avevano sezioni del cavo che andavano da 0,5 mm2 (adatto a una lampadina…) fino a 1,5 mm2, uniti con semplice nastro adesivo… Ma vabbè! Inoltre la base di appoggio era il lettino da spiaggia… Ma vabbè! E infine la mola flessibile girava al contrario, con evidenti rischi in caso di errore… Ma vabbè!. Comunque, finchè si è trattato di tagliare i profilati, il lavoro è proceduto spedito.

Quando si è trattato di forare i profilati il folklore meccanico ha raggiunto l’apice: non sappiamo se forare buchi da 10mm con la saldatrice sia una buona idea, ma di sicuro la corrente limitata nella casa ha impedito in ogni caso di verificarlo! Per cui, presi un po’ dallo sconforto, abbiamo proposto l’utilizzo del trapano portato dall’Italia. Apriti o cielo! Bucare un profilato di 5mm di spessore appoggiandosi sulla sabbia con un trapano non è proprio banale e si rischiano slogature del polso con la stessa probabilità di avere una giornata di vento a Jambiani! E infatti…

Inoltre sarebbe meglio utilizzare dell’olio refrigerante per evitare di rovinare la punta: quella stessa punta che ha fatto tutti (tutti!) i fori del prototipo in Italia qui è defunta dopo 2 (2!) soli buchi. L’uso di olio di palma ha preservato la durata della seconda punta, ma il surriscaldamento del trapano e la paura che distruggerlo significava complicarci immensamente il proseguimento dei lavori ci ha indotti ad accettare la proposta dei fabbri, che si son portati così il materiale a Stone Town e ce lo dovrebbero riconsegnare stamattina.

Nel pomeriggio poi abbiamo proseguito con il resto dei preparativi per la torre, allestendo le basi da annegare nel cemento: e siccome l’unica presa di corrente che regga la corrente sufficiente alla saldatrice che ci siamo portati dietro è quella della cucina…quale posto migliore per saldare i tondini alla base se non il pavimento sotto le stoviglie? …

saldare in cucina

A valle di questa giornata ci paiono importanti alcune considerazioni nate durante e nel seguito:

  • i locali non sono scemi: semplicemente l’atteggiamento dei locali verso il lavoro è spesso “robusto”, poco attento ai dettagli, che però altrettanto spesso sono anche sostanza e non solo esercizio stilistico (vedi la mola che gira al contrario e gli evidenti rischi per l’incolumità fisica)

  • i locali non sono scemi ma noi possiamo sembrare arroganti: forse ieri li abbiamo guardati un po’ con sufficienza mentre lavoravano sulla sabbia con cavi molto fantasiosi, e con un sorriso tra l’ironico e il supponente. Abbiate pazienza, siamo umani anche noi!

  • dietro questo atteggiamento “robusto” pensiamo ci sia per lo più ignoranza, prova ne sia l’uso che fanno di occhiali mentre tagliano il materiale: evidentemente è passato qualcuno che ha spiegato che è meglio evitare le schegge negli occhi…

  • il nostro ruolo e la nostra presenza qui è continuamente a rischio, oscillante tra l’arroganza degli invasori che arrivano con un bagaglio di sapere immensamente più grande e la supponenza di chi guarda dall’alto in basso

  • i locali non sono scemi ma la testardaggine non gli manca di certo!

  • se il prototipo in Italia è stato costruito in condizioni di minima tecnologia, qui, sulla sabbia e con l’olio di palma scendiamo ancora un pochino di livello…! Al nostro stagista continuamente diciamo che tutto quello che ci vede fare qui…è l’esatto contrario di quel che va fatto in Italia!

  • ah, importante: ci stiamo divertendo un casino in questo marasma!

muratori in erba

[continua: nel prossimo post l’incontro con Mauro di Why]

Avviati i lavori per la torre!

Stamattina, in condizioni di lavoro quantomeno folkloristiche se viste con canoni europei…
son cominciati i lavori per il traliccio di sostegno della turbina!

I lavori sono cominciati!

Post rapido causa connessione farlocca: i lavori per la torre sono cominciati!