A quasi un mese dal mio rientro in Italia mi sembra giusto scrivere ai nostri lettori della mia avventura in Tanzania!
La settimana dopo la mia laurea (c’è anche il video sul blog!) ho tirato su armi (anemometro e bussola) e bagagli (calzini ed un ukulele) per andare ad Arusha, in Tanzania, come volontario per Oikos East Africa, nell’ambito progetto Best Ray (Bringing Energy Service to Tanzanian Rural Area) con cui la Uninsubria ed il mio prof, Gianluca Ruggieri, collaborano.
Best Ray si occupa di fornire, incentivare ed EDUCARE le popolazioni locali, Maasai e Meru, all’utilizzo di fonti di energia rinnovabile come il fotovoltaico ed il biogas oltre che occuparsi della costruzione di stufe con le cooperative di donne, stufe che permettono di eliminare il fumo dalle case, motivo di molte malattie e decessi soprattutto tra donne e bambini.
L’aspetto fondamentale e centrale di questo progetto è appunto il lavorare CON le popolazioni locali, educandole al corretto uso delle risorse presenti sul territorio migliorando di conseguenza anche le loro condizioni di salute.
Il mio lavoro era appunto quello di appoggiare Best Ray, capitanato da Matteo Leonardi, e di svolgere uno studio di fattibilità sul micro-eolico autocostruito, identificando i siti migliori in funzione della destinazione d’uso finale dell’energia, scegliendo la tecnologia più promettente e di compiere uno studio di fattibilità per quanto riguarda la costruzione in loco del VentolOne.
Mica pizza e fichi per un neo-laureato!!!
Parto da Linate, eccitato ed anche intimorito da un’esperienza completamente nuova, e dopo un lungo viaggio finalmente arrivo a KIA, Kilimanjaro Internatiol Airport, aspettandomi di trovare Licia Colò col famoso cioccolatino. 😉
Niente di tutto ciò, mi aspetta Scesce (sorry I don’t know how to write your name my friend) e mi guida verso Arusha. Primo impatto… wow! Terra sconfinata, il nulla a parte qualche insieme di case che… hanno l’aspetto di… Africa! Gran casino all’esterno, gente che brullica in giro, macchine smontate, fuoco a bordo strada e il wow si trasforma in.. “ok… dove sono finito?“

In realtà sono finito in un posto bellissimo ma il primo impatto dopo il wow è forte, ti lascia spiazzato, sei di fronte a qualcosa di più grande di te, il distacco dall’Europa è un abisso e sai che ci dovrai vivere, pur con milioni di agi in più rispetto ai locali.
[fine parte 1]

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