Tanzania crossing

In questo viaggio di ritorno, avendo ormai preso un po’ confidenza co i trasporti locali, la polvere, la radio a palla, abbiamo piu’ leggerezza e possibilita’ di osservare.
Osservare le persone, il paesaggio, il mondo in rapido cambiamento anche qua, forse soprattutto qua.
Stiamo percorrendo una strada che parte da Dar Es Salaam e, attraversato tutto il Tanzania, giunge fino in Zambia e di li’ poi in Sudafrica.
Fu realizzata qualche decennio fa dai cinesi i quali, mica scemi, aevano visto lungo.
Nel 2003, prima volta in Tanzania, questa strada era percorsa da 3-4 compagnie di bus. Oggi saranno 25. Sorprende ancora di piu’ pero’ il trasporto merci: oggi e’ domenica, eppure file impresionanti di tir vanno e vengono che sembra la tangenziale di Torino, zona Sito.

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Questa strada e’ in corso di raddoppio: al termine diverra’ una autostrada a ttti gli effetti, o la versione africana di questa. In ogni caso, container e container di merci cinesi su tir arabi che vanno e vengono, vanno e vengono, su mezzi folcloristici come su mezzi nuovissimi.

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Ora, un paio di considerazioni:
– che ne sara’ di questa gente che non conosce i tir se non per la polvere che alzano? Trarranno vantaggio da questi cambiamenti? Queste persone che vanno a piedi, in bici, in moto (cinesi), finiranno tritate da uno sviluppo irruento che sa di deja-vu?

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– in tutto questo via vai, e nel mezzo dela Grande Crisi, dove sono gli europei, dove sono gli italiani? Vediamo container cinesi, arabi, indiani. Dove sono gli imprenditori italiani? Veramente pensano ancora all’Africa come alla terra dei “baluba negri”, come tanta propaganda recente ci ha inondato le case, le tv?
E poi. Forse e’ meglio cosi’. Forse e’ meglio che questa terra non veda lo sviluppo rapace che non e’ progresso, di cui siamo nel nostro piccolo testimoni e spettatori e attori, e che sta vedendo, ora nella Vecchia Europa, il rovescio della medaglia. A questo Paese siamo affezionati.

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'...voglio una vita spericolata...' - sorpasso a sinistra su strada in costruzione

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'...guido senza vedere, mi fido ciecamente del sedere...!'

Tutaonana, Iringa!

Ripartiamo, ritorniamo a Ilembula per i nostri eolici traffici. Il “safari” e’ finito: la notte passata osservando dala finestra gazzelle e simili che brucano sotto casa nella luce della luna, e rumori indistinti e versi di animali, con il ruggito di un leone mica tanto lontano, con la consapevolezza che uscire non era per nulla consigliato (il guardiano ha un kalashnikov…vero!)…ecco, una notte cosi’ e’ un ricordo impagabile!
Ora si riparte, sul solito daladala tenuto insieme con lo scotch che trasporta una umanita’ variegata che ha suoi problemi, sue aspirazioni, suoi pensieri, che ci sono per lo piu’ sconosciuti ma che ci fa sentire n qualche modo…vicini…

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…anche in senso fisico!
Poi…beh, trasportiamo anche un letto, a questo giro!

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Adam in primo piano, in fondo si carica il letto!

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Si lavora per incastrare il letto...