Vacanze!

Dopo questo mese intensissimo e anche entusiasmante e faticoso, il VentolONE team e’ in vacanza!
Torniamo dopo il 27 agosto per raccontarvi gli sviluppi in Tanzania e tutti i dettagli e le foto e i video che la connessione ballerina ci impediva di condividervi.
Tarcisio ci aspetta e ce l’ha ricordato via mail: le turbine e torri son pronte, una completa e l’altra da completare; ora dovra’ preparare un edificio per sistemare le batterie e l’impianto elettrico, quindi noi si tornera’ per completare l’opera.
Quando? Non a brevissimo, Tarcisio ha bisogno di tempo per i lavori a Ukomola. E noi di lavorare un po’! 😉
A brevissimo (si spera) vedremo invece se la torre gia’ completata verra’ momentaneamente utilizzata per pompaggio diretto di acqua…ma non vi diciamo di piu’, scaramanticamente.
Per ora
buon riposo!

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Insomma, siamo rientrati!

Tutti, sani e salvi, su un preoccupante volo Qatar airways mezzo vuoto (preoccupante perche’ vuoto ad agosto), rieccoci in Italia, un po’ stanchi, un po’ tristi per la fine dell’avventura, un po’ curiosi di vedere cosa succedera’ ora, rincuorati da un bel momento di condivisione nel mezzo dell’aeroporto a Doha, a raccontarci cosa ciascuno aveva visto e vissuto!
Tutaonana!

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Attraversare il Tanzania

E’ una esperienza che merita di esser fatta per tanti motivi.

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Intanto il viaggio si sviluppa di norma in una giornata intera, diciamo dalle 6.30 se si parte dai capolinea Mbeya o Njombe o Dar Es Salaam.
Il tragitto si sviluppa per 900km, che e’ come dire che si parte al mattino da Cuneo e dintorni per Barcellona e viaggiando di giorno sotto il sole si giunge a sera.
Il viaggio e’ a bordo di pullman che possono somigliare ai pullman di linea italiani, solamente in luogo di 2+2 posti a sedere ce ne sono 2+3: piu’ posti piu’ guadagno, meno confort per chi viaggia.
Il pullman di norma e’ un po’ scassato, probabilmente e’ quasi una regola. Quindi puo’ capitare il finestrino bloccato, il sedile sfondato, la tendina che penzola. Al capolinea il mezzo e’ pulito, cioe’ ramazzato a dovere. Al termine per terra si troveranno cartacce, ossa di pollo, bucce di banana e di arancia, bottiglie di plastica vuote.
Il vicino di posto puo’ essere una dolce fanciulla come un omone buzzicone di 100kg: questo, a parte la differenza e la gradevolezza estetica, cambia parecchio a faccenda in termini di confort di viaggio, perche’ i sedili sono ovviamente molto vicini e la massa corporea del vicino fara’ si’ che possiate utilizzare appieno il vostro sedile…o solo una parte di esso…

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(Continua)

Tutaonana Ilembula!

Si riparte!
Un po’ nella mestizia, un po’ nella fretta (che ci impedisce di salutare Fausta come meriterebbe…), un po’ nella convinzione di tornare.

Facciamo pochi chilometri e siamo gia’ fermi: c’e’ gente che protesta in strada, non capiamo ne’ perche’ ne’ per cosa.

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Chiediamo alla nostra vicina di posto sul bus (molto carina!) che ci dice che e proteste sono legate alla pericolosita’ della strada e del suo attraversamento, la genta locale protesta per questo: come dar loro torto, quando anche solo stamattina alla fermata del bus abbiamo visto sfrecciare pullman e bus ad almeno 100km/h in centro abitato… insomma, tutto il mondo e’ paese.
Certo, ci fosse qui Walter sarebbe gia’ in strada a solidarizzare con i manifestanti…!

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Andrea intanto continua a informarsi,con fare sempre piu’ circospetto, con la vicina di posto, la quale pare gradire. Se non si riparte presto mi sa che…
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UPDATE
In linea con quanto pronosticato dall’amichetta di Andrea pare che il blocco venga rimosso. Andrea peraltro le sta raccontando dei nostri No-Tav.
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UPDATE 2
Negativo: avremo percorso 20 metri, siamo di nuovo fermi.
Sul bus le scene diventano sempre piu’ colorite…
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Speriamo la situazione si sblocchi alla svelta, non sappiamo per quanto tempo Mirko resistera’ a simili provocazioni femminili…

UPDATE 3
Si sta prendendo in esame l’ipotesi di cedere Paolo in ostaggio.
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UPDATE 4
Al di la’ degli scherzi c’e’ molta genta e molto arrabbiata. Ci dice l’amichetta di Andrea di bambini e adulti investiti.
E’ arrivata la polizia in tenuta anti-sommossa.
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Hagafilo, Acra e nuove strade

Come detto nel post precedente, a Njombe siamo invitati da alcuni amici per incontri di reciproca conoscenza circa i progetti in corso. La cosa ci inorgoglisce, diciamolo!
Incontriamo di nuovo Giovanni Viale (vedi http://www.gioviale.org) che insieme ad Acra e a Nessuno escluso ONLUS stanno mettendo su un ambizioso progetto di scuola che sia anche autosostenibile con fornitura di servizi quali ristorazione e/o vendita di manufatti, quale potrebbe essere il nostro VentolONE. Il loro progetto si sviluppa su due sedi nei dintorni di Njombe, a Mfereke gia’ visitato un paio di settimane fa, e a Hagafilo visitato stamattina.

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Che dire, ambizioso e affascinante! Noi contribuiremo per ora con l’invio di un anemometro per le rilevazioni di routine, poi si vedra’. Intanto Hagafilo e’ un posticino delizioso!

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Nel pomeriggio incontriamo Giorgio Colombo di Acra: senza di lui non saremmo mai giunti a Zanzibar lo scorso anno, e ora finalmente lo si incontra di persona.
E’ molto interessato al VentolONE nell’ottica di estrarre acqua per siti quali Ukomola e dintorni, soprattutto in connessione elettrica diretta senza utilizzo di batterie e inverter, il che tra l’altra semplifica non poco la questione nonche’ la spesa.

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Durante il colloquio alla presenza di un ingegnere tanzaniano esponiamo tutto il lavoro fatto e le conoscenze in nostro possesso, alla luce delle quali il sistema richiestoci e sicuramente realizzabile con pompe commerciali piuttosto comuni (Grundfoss, Caprari, Lorentz per citare le piu’ note).
Ora contattera’ Tarcisio nell’ottica di una collaborazione, noi invieremo il solito anemometro e, insomma, ci speriamo!
Parliamo anche di una versione “family” del VentolONE, piu’ piccola, confermiamo il nostro pieno interesse alla questione.
Al termine ci offre un passaggio graditissimo fino a casa a Ilembula…in compagnia di due taniche di vino per Tarcisio: che stia cercando di ammorbidirlo? 😉

Giornata di incontri e di raccolta di idee

Dopo la sbornia di festa di ieri sera per quela lampadina accesa solo dall’elettricita’ del nostro generatore, oggi giornata di incontri a Njombe per vedere se riusciamo a imbastire, finalmente, una fase 2, cioe’ una qualche forma d produzione locale di ventoloni. Vedremo.
Ora qualche dettaglio sul funzionamento del sistema testato ieri.
Innanzitutto abbiamo visto confermate le ipotesi dei giorni scorsi, per cui collegando generatore (a valle del ponte di diodi, chiaramente), regolatore, batterie e inverter in parallelo e fissata la tensione di carica a 57,6 Volt per il banco batterie a 48Volt, l’impianto si auto-avvia per venti a 2m/s, a questa velocita’ la tensione e’ circa 30Volt quindi la turbina gira scarica (al netto di attriti e inerzie). Se le batterie sono collegate per la carica e se il vento sale sopra 3m/s la tensione sale fino a 50,5Volt, il che significa che le stiamo caricando. Se il vento aumenta ancora si arriva al piu’ a 57,6Volt, non oltre, e il regolatore regola e devia l’eccesso di corrente sulle resistenze di dump, scaldandole.
Viceversa, se le batterie sono scollegate e il solo inverter e’ connesso (insieme al regolatore, ovviamente), al crescere del vento a tensione sale fino a 48-50 Volt, superato il quale valore la lampadina si accende: stiamo alimentando cioe’ l’inverter il quale alimenta la lampadina, e non essendo presenti batterie collegate allora la corrente e’ per forza solo quella generata dal generatore. Se il vento sale ancora si tende ancora a 57,6 Volt, con progressiva deviazione di corrente sulle resistenze di dump che si scaldano.
Ieri sera non abbiamo potuto approfondire a fondo la velocita’ di cut-in, ma abbimo comunque rilevato i dati che in Italia analizzaremo con calma.
Abbiamo pero’ verificato che il generato non si scalda granche’ (punto critico che ci lasciava dubbi) anche perche’ raffreddato dal vento, che la turbina lavora inevitabilmente al punto di massima potenza per via della retroazione in corrente di cui sopra, che per questa ragione la velocita’ angolare tende a non crescere oltre 60 RPM sotto carica (lampadina e/o batterie), mentre senza carico il lambda e’ circa 1,4 come atteso, e abbiamo rilevato velocita’ massime di 100 RPM per venti di 7/8 m/s. Tutto come previsto!

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La torre “Canaglia” e’ ancora priva di rotore, il quale e’ gia’ pronto per il montaggio pero’. Quindi, ad oggi, il progetto e’ incompleto ma totalmente definito: ieri abbiamo preferito privilegiare l’aspetto dimostrativo e scientifico-tecnico, piuttosto che completare due torri meccanicamente e nulla aver verificato circa gli apetti controllistici ed elettrici, conci che il completamento di tutto l’impianto era (da giorni) impossibile sia per limiti di tempo nostro che per limiti nella costruzione dekka cabina delle batterie, che Tarcisio non poteva realizzare prima di settembre.
Insomma, incompleto per incompleto meglio aver dimostrato le funzionalita’ anche ai locali, che ieri erano numerosi e commentavano fitto fitto l’ umeme e l’ upepo, cominciando a capire cosa stavano combinando da giorni ‘sti wazungu inzaccherati dalla testa ai piedi!
Il materiale ora e’ pronto, e anche il know-how: si tratta di organizzare il resto. Vedremo, speriamo gia’ oggi, con questa gita a Njombe!

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Ah, contrariamente a quanto si crede circa l’Africa, che da noi e’ sempre “fame-sofferenza-sole-caldo-bambini con mosche negli occhi-malattie”, stamattina verso Njombe c’e’ un nebbione che sembra la pianura padana a novembre: vuoi vedere che insieme ai soldi la Lega ha portato in Tanzania anche la nebbia?! 😉

Partiti, ultimo giro (volens vel nolens)

In una insolita grigia giornata di Ilembula partiamo per l’ultimo giorno alla shamba di Ukomola.
Domani per certo saremo a Njombe per incontri vari, e venerdi’ in viaggio.
Carichiamo il Lince di ogni sorta di ben di Dio tecnologico, cercando nel marasma di voci, di richiami di Tarcisio, di pensieri, di focalizzare su ciascun aspetto per non dimenticare nulla.
C’e’ nervosismo, e le difficolta’ con qualcuno di noi riemergono. Dispiace, non ce lo si aspettava prima di partire. Ribadiamo la necessita’ di formare il gruppo di lavoro tenendo conto sia delle necessita’ tecniche che delle necessita’ relazionali del gruppo stesso, non ci puo’ permettere di remare in direzioni diverse, la savana non perdona’ li’ non c’e’….nulla.
Tarcisio si prende un “vaffa…” per il nervosismo che crea, ha delle ragioni ma complica le cose: pero’ incassa con signorilita’ e senza polemiche, e per questo ha tutta la nostra stima.
Probabilmente non concluderemo ‘opera, o per lo meno questo e’ la previsione di chi scrive: servira’ un secondo tempo, ma, per essere sinceri, dove troveremo i soldi necessari?

Insomma, adesso siamo in viaggio, dal cassone del Lince osserviamo questi paesaggi africani con la mente alla ricerca di leggerezza.

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Eccoci!
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Ci dividiamo

Eccoci alle prime ripartenze. Stamattina ripartono i nostri due stagisti Adam e Cristiano insieme ad Anna Maria alla volta di Zanzibar in “viaggio premio”, il resto del gruppo si ferma ancora qui qualche giorno per terminare i lavori e completare l’allacciamento dei contatti.
I ragazzi son stati splendidi, affidabili e validi oltre ogni aspettativa, e vi garantiamo che sappiamo essere molto esigenti!
La loro partenza, a dire il vero, ci dispiace tantissimo.
Per il resto, beh, ci dispiace tantissimo non rivedere Jambiani, Suha, il VentolONE 2011. Un po’ di intoppi, i tempi stretti (ma lo sapevamo dall’inizio e non si poteva fare granche’) e qualche difficolta’ in corsa ci spingono a pensare che futuri progetti dovremo porre molta piu’ attenzione nella formazione della squadra di lavoro che, se non sufficnetemente compatta e affiatata e pronta nella difficolta’, puo’ combinare un sacco di pasticci.

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Per intanto anche la torre “Canaglia” e’ ok, restano le pale (pronte) e la trasmissione (pronta). Resta poco tempo, troppo poco, peri test.
Vedremo in giornata!