Attraversare il Tanzania

E’ una esperienza che merita di esser fatta per tanti motivi.

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Intanto il viaggio si sviluppa di norma in una giornata intera, diciamo dalle 6.30 se si parte dai capolinea Mbeya o Njombe o Dar Es Salaam.
Il tragitto si sviluppa per 900km, che e’ come dire che si parte al mattino da Cuneo e dintorni per Barcellona e viaggiando di giorno sotto il sole si giunge a sera.
Il viaggio e’ a bordo di pullman che possono somigliare ai pullman di linea italiani, solamente in luogo di 2+2 posti a sedere ce ne sono 2+3: piu’ posti piu’ guadagno, meno confort per chi viaggia.
Il pullman di norma e’ un po’ scassato, probabilmente e’ quasi una regola. Quindi puo’ capitare il finestrino bloccato, il sedile sfondato, la tendina che penzola. Al capolinea il mezzo e’ pulito, cioe’ ramazzato a dovere. Al termine per terra si troveranno cartacce, ossa di pollo, bucce di banana e di arancia, bottiglie di plastica vuote.
Il vicino di posto puo’ essere una dolce fanciulla come un omone buzzicone di 100kg: questo, a parte la differenza e la gradevolezza estetica, cambia parecchio a faccenda in termini di confort di viaggio, perche’ i sedili sono ovviamente molto vicini e la massa corporea del vicino fara’ si’ che possiate utilizzare appieno il vostro sedile…o solo una parte di esso…

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(Continua)

Tutaonana Ilembula!

Si riparte!
Un po’ nella mestizia, un po’ nella fretta (che ci impedisce di salutare Fausta come meriterebbe…), un po’ nella convinzione di tornare.

Facciamo pochi chilometri e siamo gia’ fermi: c’e’ gente che protesta in strada, non capiamo ne’ perche’ ne’ per cosa.

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Chiediamo alla nostra vicina di posto sul bus (molto carina!) che ci dice che e proteste sono legate alla pericolosita’ della strada e del suo attraversamento, la genta locale protesta per questo: come dar loro torto, quando anche solo stamattina alla fermata del bus abbiamo visto sfrecciare pullman e bus ad almeno 100km/h in centro abitato… insomma, tutto il mondo e’ paese.
Certo, ci fosse qui Walter sarebbe gia’ in strada a solidarizzare con i manifestanti…!

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Andrea intanto continua a informarsi,con fare sempre piu’ circospetto, con la vicina di posto, la quale pare gradire. Se non si riparte presto mi sa che…
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UPDATE
In linea con quanto pronosticato dall’amichetta di Andrea pare che il blocco venga rimosso. Andrea peraltro le sta raccontando dei nostri No-Tav.
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UPDATE 2
Negativo: avremo percorso 20 metri, siamo di nuovo fermi.
Sul bus le scene diventano sempre piu’ colorite…
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Speriamo la situazione si sblocchi alla svelta, non sappiamo per quanto tempo Mirko resistera’ a simili provocazioni femminili…

UPDATE 3
Si sta prendendo in esame l’ipotesi di cedere Paolo in ostaggio.
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UPDATE 4
Al di la’ degli scherzi c’e’ molta genta e molto arrabbiata. Ci dice l’amichetta di Andrea di bambini e adulti investiti.
E’ arrivata la polizia in tenuta anti-sommossa.
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Hagafilo, Acra e nuove strade

Come detto nel post precedente, a Njombe siamo invitati da alcuni amici per incontri di reciproca conoscenza circa i progetti in corso. La cosa ci inorgoglisce, diciamolo!
Incontriamo di nuovo Giovanni Viale (vedi http://www.gioviale.org) che insieme ad Acra e a Nessuno escluso ONLUS stanno mettendo su un ambizioso progetto di scuola che sia anche autosostenibile con fornitura di servizi quali ristorazione e/o vendita di manufatti, quale potrebbe essere il nostro VentolONE. Il loro progetto si sviluppa su due sedi nei dintorni di Njombe, a Mfereke gia’ visitato un paio di settimane fa, e a Hagafilo visitato stamattina.

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Che dire, ambizioso e affascinante! Noi contribuiremo per ora con l’invio di un anemometro per le rilevazioni di routine, poi si vedra’. Intanto Hagafilo e’ un posticino delizioso!

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Nel pomeriggio incontriamo Giorgio Colombo di Acra: senza di lui non saremmo mai giunti a Zanzibar lo scorso anno, e ora finalmente lo si incontra di persona.
E’ molto interessato al VentolONE nell’ottica di estrarre acqua per siti quali Ukomola e dintorni, soprattutto in connessione elettrica diretta senza utilizzo di batterie e inverter, il che tra l’altra semplifica non poco la questione nonche’ la spesa.

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Durante il colloquio alla presenza di un ingegnere tanzaniano esponiamo tutto il lavoro fatto e le conoscenze in nostro possesso, alla luce delle quali il sistema richiestoci e sicuramente realizzabile con pompe commerciali piuttosto comuni (Grundfoss, Caprari, Lorentz per citare le piu’ note).
Ora contattera’ Tarcisio nell’ottica di una collaborazione, noi invieremo il solito anemometro e, insomma, ci speriamo!
Parliamo anche di una versione “family” del VentolONE, piu’ piccola, confermiamo il nostro pieno interesse alla questione.
Al termine ci offre un passaggio graditissimo fino a casa a Ilembula…in compagnia di due taniche di vino per Tarcisio: che stia cercando di ammorbidirlo? 😉